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LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO

Poesia e pazzia in un sabba disperato

Poesia e pazzia in un sabba disperato

Un’incredibile storia d’amore tra docce gelate ed elettroshock: c’è anche questo ne La pazza della porta accanto,  viaggio che conduce lo spettatore in un inferno denso di fantasmi e illuminato dalla poesia. Qui, durante uno dei suoi diversi ricoveri in manicomio, Claudio Fava fa rivivere Alda Merini, la poetessa dei Navigli, e Alessandro Gassman, regista sempre capace di lasciare il segno, ne fa la corifea di un branco di detenute senza nome. A questa creatura che, nella letteratura del Novecento ha finito per incarnare una variante particolarissima del binomio genio e sregolatezza, Anna Foglietta presta una mimica che esprime fragilità. Con la voce modula invece un urlo insistito che potrebbe trovare la sua icona in quello di Munch.

Il giovane matto che diventa l’oggetto della sua femminilità irrInunciabile è invece, nell’interpretazione di Liborio Natali, una marionetta senza volontà. E’ una figura tanto accentuata nei suoi tic da risultare più simbolico-onirica che realistica, con effetti che spiazzano , forse anche più del voluto. 

Lo spettacolo  è stato più volte commentato come requisitoria contro la condizione dei malati mentali prima della legge Basaglia. E indubbiamente, per il drammaturgo, è importante avvalorare quella che è stata anche una sua battaglia con i frammenti di vita di un'internata “eccellente”,  capace di impressionare anche lo psichiatra con la complessità del suo mondo interiore. Angelo Tosto, nella parte del medico,  restituisce questa sensazione su un bel calibrato registro di razionalità, lascia intravvedere le prime crepe che cominciano ad aprirsi nel monolite del manicomio vecchia maniera.

Certamente, il gioco - condotto su questi binari sovrapposti di consapevolezza sociale e poesia ribelle a ogni regola - diventa complesso. Qualcosa sfugge e si perde per strada. Chi non ha approfondito studi su Alda Merini esce dalla sala continuando a portarsela dentro come un mistero irrisolto. La spettacolarità dell’insieme è comunque indiscutibile. Molti meritati applausi per la protagonista e per le altre interpreti, ricoverate e infermiere, che danzano accomunate da un sabba di disperazione.

Visto il 18-01-2017
al Eleonora Duse di Genova (GE)