Una sorta di saracinesca a fare da sipario, a dividere gli spettatori dal palco: ecco come si presenta la scena all’avvio dello spettacolo. E poi, accompagnati da suoni ritmati e talvolta quasi frenetici, ha inizio la rappresentazione.
E’ la storia del signor Verloc, un uomo ansioso, forse triste, in perenne lotta con un mondo che lo lascia avvilito e schiacciato tra doveri e passioni: e’ la storia di un agente segreto. Ma un agente particolare: un agente che non assomiglia per nulla allo stereotipo dell’eroe e neppure del traditore, profondamente e drammaticamente umano, debole come può esserlo un uomo qualunque, che si trova d’improvviso, e in larga parte suo malgrado, coinvolto in una trama che coinvolge diverse nazioni, uomini influenti, una trama che affonda le proprie radici in importanti questioni di politica internazionale.
Ma Verloc, così come gli altri personaggi del dramma, a cominciare dalla moglie Winnie, interpretata in modo davvero brillante da Alice Arcuri, si trova impreparato a gestire una situazione così complicata, un problema rischioso e di difficile soluzione. E così a poco a poco molti dei personaggi entrano a far parte del dramma, ormai colorato di tragedia, che ruota intorno a Verloc. Tutti i personaggi ad eccezione di chi, da una posizione privilegiata, sulla base del ceto sociale o dell’intelletto, ha la fortuna di trovarsi dietro le quinte.
La rabbia e la disperazione degli uomini e delle donne comuni si scontra, stridendo, con l’arroganza o l’indifferenza dei burattinai che giocano il loro gioco, senza quasi curarsi delle conseguenze. Soltanto l’ispettore Heat, funzionario di grande esperienza e amico di Verloc, pare cercare di riportare una scintilla di pietà o perlomeno una parola di conforto, un buon consiglio, un aiuto, per chi ne ha un disperato bisogno. Emblematico, nel finale, il suo dialogo con “Il Professore”, che al contrario promuove la violenza e disprezza chi non è in grado di capire e di decidere per se stesso. “Il Professore”, che della propria assoluta indifferenza, persino di fronte alla morte, fa la propria forza. “Sarà quella folla”, lo folla che fuori attende, per ora muta, “a distruggerla, Professore”: il giudizio dunque di chi avrà saputo trovare una maggiore consapevolezza. E’ la profezia dell’ispettore Heat, una piccola scintilla di speranza in un oceano di continua, stagnante e drammaticamente quotidiana freddezza e delusione.
Genova, Teatro della Corte, 20 gennaio 2009
Visto il
al
Biondo (Sala Grande)
di Palermo
(PA)