Prosa
L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTù

Commedia tra le più rappresen…

Commedia tra le più rappresen…
Commedia tra le più rappresentate di Luigi Pirandello (Agrigento 1867 - Roma 1936), ‘L’uomo, la bestia e la virtù’ nasconde dietro l’apparente comicità una valenza profondamente drammatica e costituisce una satira ancora valida e potente contro il perbenismo e l’ipocrisia. Tratta da una sua novella (‘Richiamo all’obbligo’), come spesso avviene nel drammaturgo, è rappresentata per la prima volta nel 1919 registrando un insuccesso alla prima milanese e successivamente durante il Fascismo l’esclusione dalle scene italiane per la trivialità degli argomenti trattati e ottenendo, invece, una messe di successi all’estero. Dal 1950 ripreso nei teatri il lavoro - che il commediografo ammette essersi trasformato da “apologo” e “favola allegorica” in “una tragedia annegata nella farsa” - sembra godere di un’eterna giovinezza visto che non offende più come nel passato, ma comunque stigmatizza la falsità di un’onestà che apparentemente è contro la trasgressione delle regole operata invece in segreto. L’eterno contrasto tra apparenza e sostanza, forma e contenuto si snoda attraverso una trama apparentemente paradossale anche se credibile e ripresa in questa edizione, pur nel rispetto di Pirandello, accentuando fortemente la carica grottesca dei personaggi. Il ‘morigerato’ professor Paolino (Enzo Vetrano che insieme a Stefano Randisi - Nonò, figlio dei Perella - ne cura la regia) ‘l’uomo’ si agita fino alla disperazione, implora, piange giungendo alla corruzione e alle minacce e mostrandosi ora servile ora grottesco per salvare ‘la virtù’, ovvero la ‘virtuosa’ signora Perella (Ester Cucinotti) e se stesso utilizzando la stessa ‘Bestia’ (il bravo Giovanni Moschella) disonesta, aggressiva e infedele, causa di tutti i mali e giustificazione morale delle azioni non certo probe di Paolino e della ‘moralissima’ moglie del Capitano Perella. Un magma di rabbia, cattiverie, incertezze, falsità e rimedi peggiori del male da coprire, nascondere e occultare. Particolare la scenografia di questa edizione: un grande armadio con ante e cassetti da cui escono i personaggi con il loro gesti, parole, azioni e sentimenti. Oltre a quelli principali si muovono per accentuare la tragedia/commedia amici e familiari, giovani allievi, marinai marionette guidati dalle convenzioni sociali e consapevoli delle doppie vite di ciascuno. Milano, Teatro Carcano, 15 marzo 2008
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