MARIA CALLAS, IL MITO

La Callas danza tra passione e furia

La Callas danza tra passione e furia

“Passione e furia”, sono quei sentimenti che spinsero un’artista come Maria Callas a vivere intensamente la sua vita e la sua arte. Non è un caso se è divenuto anche il titolo dello spettacolo “Callas il mito" presentato in prima dalla compagnia brasiliana Cia de Dança Studio 3 al Teatro Barclays Nazionale di Milano, con le coreografie di Anselmo Zolla.

Una costruzione drammaturgia che oltre a citare alcuni episodi della vita e della carriere della grande cantante lirica, tenta in via sperimentale una nuova forma di teatrodanza. Propone infatti una compagnia fuori dai canoni tradizionali facendo danzare anche cantanti, attori e attrici di diverse età e dai fisici diversi quindi con energie e esperienze artistiche differenti, come la grande Marilena Ansaldi che negli anni Cinquanta fu solista al Teatro Municipale di San Paolo e poi abbandonò la danza classica per diventare una attrice che potremmo definire una pioniera del teatro danza in Brasile.

Mio padre - racconta la Ansaldi - cantò con la Callas nel ruolo di Scarpia nella “Tosca”: io ero nel grembo di mia madre, forse per questo la musica di Maria mi è rimasta dentro». La vediamo in scena con ancora un grande carisma, avvolta da un lungo drappo rosso, quello della passione che le fece contendere Aristolele Onassis a Jaqueline Kennedy. Un amore tormentato che le portò sofferenza e che in alcuni momenti incise negativamente anche nella sua carriera.

La passione per questa cantante è stata anche quella che ha spinto il regista Josè Possi Neto a costruire una sorta di dramma a stazioni, basato su quadri astratti e citazioni di vita reale. Pur non essendoci una vera e propria narrazione, la struttura dello spettacolo sceglie lo stile espressionista seguendo un percorso di cinque movimenti nei quali la musica operistica si mescola con quella moderna e con canti popolari. Nella ouverture vediamo l’uccello della morte incombere sul destino di Maria, mentre nel ballo nero eseguito dalla compagnia, assistiamo ad una sorta di danza macabra. Attraverso i colori, il ballo bianco, grigio e blu, si passa all’evocazione di alcuni momenti della vita dell’artista.

La magia evocativa dell’uso di video costituiscono uno dei supporti scenografici più efficaci dello spettacolo nel quale vengono particolarmente curati anche i costumi e le pettinature delle danzatrici, ognuna delle quali rappresenta la Callas nei diversi momenti della sua vita personale della sua carriera artistica. Il merito di perfezionare le parti più danzate delle spettacolo và sicuramente a Josè Perez che completa il cast con la sua bravura, in particolare nel passo a due dedicato alla “Norma” Detto questo lo spettacolo sembra convincere il pubblico più per la sua parte visuale e musicale e meno per la scelta del linguaggio del teatrodanza.

Visto il 19-06-2014