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MOLTO RUMORE PER NULLA

LA CRISI DEL DRAMMA MODERNO IN <i>MOLTO RUMORE PER

LA CRISI DEL DRAMMA MODERNO IN <i>MOLTO RUMORE PER
È possibile vedere ancora oggi, sui palcoscenici nazionali ed anche nelle riformulazioni istrioniche di artisti del teatro di lungo corso come Gabriele Lavia, rappresentazioni che riesumano sotto mentite spoglie la trita e ritrita forma del dramma ben fatto? Non solo è possibile, ma è altamente probabile incappare a teatro in riletture di classici del passato che mascherano vecchie griglie formali dietro appariscenti tentativi di una innovazione scenica. Lavia porta sulla scena Molto rumore per nulla di William Shakespeare, volgendo la sua avanguardistica scrittura scenica tragicomica sperimentale in una riedizione di quello che Peter Szondi definiva dramma come forma letteraria, caratterizzata dalle dittature formali dell’accadere, del tempo presente e del dialogo intersoggettivo, per indicare la grave crisi di un modello teatrale cinquecentesco che andava ad infrangersi alla fine dell’Ottocento sotto i colpi stilistici del teatro epico. Riproporre un finto teatro vuoto per riempirlo di parole, canzoni, movimenti scenici che si sublimano ancora e sempre nella parola, nell’eterna schermaglia d’amore; fingere la finzione del teatro con quei costumi che devono sfacciatamente essere solo dei costumi in quanto non indossati bensì appoggiati sulle spalle degli attori ed appesi in avanscena per tentare in fondo l’ennesima immedesimazione col pubblico; insistere su una finta leggerezza scenica che si riverbera sullo spettatore in pesantezza linguistica ed infine noia. Ebbene, tutto questo significa riproporre una forma teatrale accademica e schiava dell’arco di proscenio, dimenticando la forza della scena elisabettiana, caratterizzata da interclassismo sociale, da verticalità scenica e orizzontalità narrativa, dalla dialettica tra apron e upper-stage, in sintesi da quello che Wanda Monaco avrebbe definito un’idea popolare del teatro incentrata su fisicità e condivisione e che ha recentemente recepito la messa in scena tedesca del Sogno di una notte di mezza estate in chiave di postmoderno happening a suon di musica techno da parte di Ostermeyer. Szondi lo avrebbe definito grande teatro epico. Teatro Delle Palme di Napoli – 30.10.2009
Visto il 30-10-2009
al Delle Palme di Napoli (NA)