Sul palco, la danza di Alain Platel mostra esseri che sembrano andare alla deriva. Mostra un'arte della sopravvivenza che tocca le più profonde insenature dell‘esistenza. Out of Contest, la nuova creazione di Alain Platel, è come un modello. Sul palco solo nove ballerini. Arrivano sul palco anonimi esemplari di gioventù urbana. Qui si svestono e quando lasciano i loro vestiti, come pelle inutile, piegati in piccoli mucchi, indossano un altro costume, quello della quasi nudità del corpo. Sono diventati altri giovani, altre giovani donne, pur restando gli stessi. Ma essi non sono più protetti dagli abiti, sono più belli e al contempo non sono nulla. Nulla, ma con gesti, e grida, e passi casuali che fanno a tratti pensare a veri tic. Tutti questi tic del corpo però permettono di costruire un linguaggio, uno dei più poveri: la lingua degli stolti, la grammatica della disabilità. E attraverso questa prima fase i ballerini raggiungono una più alta forma di virtuosismo, che, mediante un sistema di agitazione e nervosismo, si trasforma in emozione. E’ il segno della loro condizione umana, ciò che li unisce, permettendo loro di incontrarsi. Alain Platel considera la scena come luogo di emergenza . È un accuratissimo osservatore delle nostre paure e delle nostre speranze. La danza ha probabilmente avuto questa funzione fin dai tempi antichi: la volontà di tradurre in espressione fisica sentimenti troppo forti. A questo proposito è interessante notare che la parola "coreografia" deriva da "corea", che significa "disordine" del sistema nervoso, i cui sintomi sono improvvisi, rapidi e incontrollati. Alain Platel sembra qui ancora esplorare il senso letterale della parola "corea", e lo interpreta come scarso nesso tra i movimenti e la parola. Out of Contest è in uno spazio mentale in cui tutto è fluido. Complemento essenziale è una illuminazione tagliente, senza indulgenza. La bellezza di questo pezzo dedicato a Pina Bausch è follia, amore, speranza, animalità, terrore, una incomprensibile gioia interiore. Quando finalmente ri-indossano i loro vestiti, i ballerini ritornano, ahimé, normali.
Con Out of Contest Alain Platel vuole tornare alle basi della danza prendendo come punto di partenza il corpo umano come strumento per la rielaborazione emotiva dei ricordi. Se, negli ultimi anni, Alain Platel regolarmente ha corteggiato la lirica, qui non cerca alcuna decorazione musicale. Eppure all'interno della limitazione si mostra ancora più grande. Il dialogo tra il coreografo e i ballerini sembra basato sulle ossessioni. Il risultato: un intimo, seducente e struggente ritorno all'essenza, mescolando umorismo, emozione e perdita di controllo.
Sono 90 minuti senza intervallo in cui ognuno dei nove danzatori trova la sua valvola di scarico, e il pubblico è assorbito in una sorta di istinto collettivo.
Danza
OUT OF CONTEXT FOR PINA
Fuori dal contesto
Visto il
13-11-2010
al
Comunale
di Ferrara
(FE)