Garbo non è una parola equivoca se si parla dell’amore tra due uomini. Riferita a Quei due, di Charles Dryer, scritta dieci anni prima de La strana coppia e riproposta in tempi che hanno sdoganato l’omosessualità, non è un ritorno a luoghi comuni leziosi. Ciò che potrebbe apparire in alcuni passaggi è smentito dall’eleganza misuratamente femminea con la quale Massimo Dapporto e Tullio Solenghi si raccontano. Grazie a loro la commedia diretta da Roberto Valerio rafforza una sua precisa chiave di lettura.
E’ superfluo, in tempi di unioni civili e di gay pride intenderla come viatico verso un dialogo fra mondo gay e gli spettatori etero. Quello che può apparire datato e si rivela invece una svolta nei confronti di una certa protervia. E’ notevole oggi proprio il modo elegante con cui questo rapporto di coppia viene raccontato, dopo stagioni in cui quel “pride”, quell’orgoglio rivendicato contro le discriminazioni, si è espresso in forme aggressive, volgari, fastidiose.
Gli interpreti hanno rafforzato la loro sintonia e messo ancora più a punto, se ce ne fosse stato bisogno, i tempi delle battute. Il sodalizio potrebbe continuare anche su altri fronti. Solenghi è Harry il barbiere che ha accolto nel suo negozio Charlie, interpretato da Dapporto, attore fallito, già marito e padre di una ragazza che non vede da una vita . Solenghi , come fece già Richard Burton negli anni Sessanta, gioca su toni più femminei, tra la preoccupazione materna nel confronti del compagno scapestrato e il rammarico della moglie tradita. Charlie, con sfumature altrettanto sapienti e a volte quasi impercettibili, rivela un senso di superiorità che gli deriva dal’essersi finto maschio.
La scena si focalizza su due specchi che evocano, oltre al negozio di barbiere anche un camerino, ovvero il luogo deputato alla costruzione della finzione (o alla suprema verità?) del teatro. La resa dei conti, immancabile nel teatro anglosassone che parla dei rapporti di coppia, avviene quando il bugiardo e traditore Charlie, beccato durante un tentativo di adescamento deve presentarsi in tribunale. La notte della vigilia è un testa a testa che ricorda quelli delle coppie etero e durante il quale i due attori innestano sul filo conduttore del sorriso e dell’ironia anche toni patetici e drammatici, che esprimono con convincente bravura.