Una scena spoglia, essenziale, minimalista: un leggio, un microfono, un corpo e una voce, questi gli elementi del nuovo lavoro di Oscar De Summa. Rette parallele sono l'amore e la morte è uno spettacolo potente, di forte impatto emotivo, un testo profondo e denso: una narrazione concepita e sviluppata per creare un legame forte ed empatico tra chi narra e chi ascolta.
De Summa in scena è generoso e coinvolgente, confermandosi un interprete e un autore di rara sensibilità, in grado di raccontare le inquietudini e le contraddizioni del contemporaneo con intelligenza, ironia, delicatezza e rispetto.
Non c'è giudizio né la pretesa di dare risposte definitive - non è quello lo scopo: De Summa si pone dalla prospettiva di chi, come il filosofo, cerca di leggere la realtà, la osserva con cura e la indaga, accogliendone dubbi e incertezze, anche quando si presentano sotto forma di una storia quasi dimenticata, dai contorni confusi - proveniente da un passato lontano e sbiadito, che affiora alla mente, quasi casualmente, proprio quando la realtà gliela riporta bruscamente nel presente.
Tra fisica quantistica, filosofia e senso della Vita
Sul palco prende vita e forma il racconto di un ricordo, di una piccola storia adolescenziale che attinge alla giovinezza dell’autore, in una provincia del sud come tante altre: questa narrazione si sviluppa tra il racconto della storia e quello della sua gestazione. Una storia comune, di un amore giovanile, una vicenda che si muove con abilità tra filosofia, fisica quantistica e ricerca sul senso della Vita.
Una riflessione che abbraccia il pensiero scientifico in grado di cambiare profondamente il modo di vedere e concepire il mondo, la multidimensionalità della fisica dei quanti - per cui tutte le particelle dell’universo sono collegate tra loro, anche a distanza di tempo e luogo, e gli esperimenti ancora senza risposta.
Vi è un legame simbolico tra il particolare e l’universale, tra una piccola vicenda che dalla provincia raggiunge, mediante coincidenze ed eventi inaspettati, una dimensione altra, più ampia, universale appunto.
Lo spettacolo è una riflessione sulla vita e sulla morte, aspetti speculari e complementari, sulla paura di andarsene senza lasciare traccia nel mondo e di non aver alcun impatto sulla vita di chi ci circonda.
Tutto accade per caso, ma non a caso: la storia di Maria Rosaria e Peppino
La vicenda ha come protagonisti Maria Rosaria – “una ragazza che frequentava il liceo, studiava pianoforte, si interessava di filosofia, tutte cose che la rendevano diversa” – e Peppino, il suo antagonista e improbabile innamorato, che sfreccia sulla sua enduro, si gode la vita senza pensare troppo alle conseguenze delle sue azioni o al futuro: due mondi agli antipodi, due universi apparentemente lontanissimi, due rette parallele che non si sarebbero mai incontrate se non fossero entrate in gioco una serie di circostanze e coincidenze che hanno intrecciato i loro destini, modificando il loro futuro.
Il monologo di De Summa è costruito creando una perfetta geometria di testo e ritmo. Elemento ricorrente e fondamentale nei lavori di De Summa è la musica, in particolare il rock anni ’70, che ha caratterizzato l’educazione culturale e sentimentale di una generazione - quella di De Summa, e non solo.
La complessa e sofisticata cornice musicale dello spettacolo, costituita da campionamenti, tracce e arrangiamenti originali di celebri canzoni di David Bowie (Heroes, Space Oddity, Life on Mars), a tratti accompagnate a voce dallo stesso protagonista, è la colonna sonora della storia e ne scandisce il tempo, trasformando il Duca Bianco in un coprotagonista della vicenda.
Il testimone cambia l'esperienza
Durante lo spettacolo attore e spettatore entrano in contatto tra di loro e interagiscono, creando una connessione speciale, unica e non ripetibile, che varia da persona a persona, un rapporto fatto di presenza e relazione.
L’incontro tra spettatore e attore, delle loro sensibilità ed emozioni è esplicativa dell’assioma: “il testimone cambia l’esperienza”, e se ci pensiamo bene è il senso stesso del teatro, è il teatro. Citando Jerzy Grotowski "Non è il teatro che è necessario, ma assolutamente qualcos'altro. Superare le frontiere tra me e te […]", ovvero entrare in relazione.