A ben quindici anni dal suo debutto, Roberto Bolle and Friends, in scena con la nuova versione dello spettacolo rinnovato, sta facendo ancora una volta il giro dei teatri italiani. Prodotto da Artedanza, lo spettacolo vede il ballerino della Scala di Milano non solo interprete ma anche direttore artistico.
Un cast stellare, quest’anno costituito da Kentaro Mitsumori e Madeline Woo del Royal Swedish ballet, Giorgi Potskhishvili e Anna Tsygankova del Dutch National ballet e gli international guest artists Maria Eichwald, Toon Lobach e Casia Vengoechea.
Dieci pezzi per oltre un’ora e mezza di spettacolo
Assoli e passi a due si alternano in un mix fra repertorio classico e contemporaneo. Fil rouge rimane l’esaltazione della bellezza e della forma, con un particolare occhio ai sempre presenti messaggi veicolati, riguardanti diverse sfere dell’essere umano e della società in cui siamo immersi.
Un’importante finestra sul mondo della danza
Forte della sua esperienza sui palcoscenici più importanti del mondo, Bolle costruisce uno spettacolo pensato ad hoc per portare la danza ad un pubblico vasto ed eterogeneo.
Ben cinque pezzi vedono la sua presenza, in assoli e passi a due. Bolle colpisce non solo per la tecnica potente e le pressoché intatte qualità fisiche alla soglia dei cinquant’anni, ma per una capacità comunicativa spiccata e per l’espressività carismatica delle sue interpretazioni.
Particolarmente toccante l’assolo In our black eyes, in ricordo dell’indimenticato musicista Ezio Bosso, coreografato su musiche dello stesso artista in cui la lotta fra voglia di vivere e la malattia viene sprigionata dalla vibrante potenza della danza.
Fra i passi a due, sicuramente degno di nota Les Indomptés, che vede Bolle duettare con il giovanissimo artista internazionale freelance Toon Lobach. Nel pezzo vengono sviscerati i complessi e fragili rapporti fra due esseri umani diversi ma complementari, da un lato il fisico vitale e puerile del ballerino olandese, dall’altro quello maturo e definito di Bolle.
Lo spettacolo si conclude fra gli applausi e la standing ovation dopo l’assolo Sphere, coreografato da Mauro Birgonzetti e musicato da Alessandro Quarta. Il ballerino piemontese si fa carico del “peso” della Terra, dei suoi problemi ma soprattutto dei suoi elementi, in un delicato e poetico dialogo fra uomo e natura, messaggio di speranza per il futuro dell’ambiente.