Nonostante il tempo, oltre quarant’ anni dalla nascita e dieci dall’assenza in Italia, il Rocky Horror Show si conferma uno dei musical più apprezzati ed intramontabili della storia. Le avventure di Frank-N-Furter e degli altri strampalati personaggi creati da Richard O’Brien incantano la platea, la infiammano con la loro performance e soprattutto, ammaliano con le canzoni guidando gli spettatori in una sorta di dance-trans dalla quale è impossibile sottrarsi.
Presentato dalla produzione inglese Showbees, la versione del regista Christopher Luscombe è decisamente meno trasgressiva e più alla portata di un pubblico di famiglie (il primo elemento chiave ad apertura sipario sono le scenografie che richiamano molto gli aspetti favolistici di quanto andremo a vedere, nei disegni e nei materiali utilizzati). Già questa è la prima ‘trasformazione’ cambia la tipologia di show da prodotto di nicchia e opera rock di ampio respiro. Ed in questo si ripropone l’obiettivo originario, quello di riuscire a divertire anche un bambino di dieci anni, obiettivo che scivolò negli abissi di fronte alle labbra rosso fuoco nella versione cinematografica ma che nella versione presentata al Sistina, si conferma possibile. I personaggi sono molto ironici e stimolano il divertimento. Un inno cantato sulle vecchie note ma con differenti prospettive, ormai dimentiche della liberazione sessuale e della morale perbenista che venne duramente minata negli anni 70.
L’occhio viene strizzato allo spettatore in segno di comunione e partecipazione, i protagonisti in scena giocano ed interagiscono con il pubblico che ripete e anticipa le loro battute, creando un’atmosfera teatrale fusa in un unico corpo scenico. Lo spettacolo scorre fluido e con ritmo, non facendo pesare in alcun modo il fatto che sia interamente in lingua straniera. Si avverte forte l’assenza di Meat Loaf per un Eddie che in questa scelta registica è poco prorompente e attraente. Gli altri attori sostengono invece decisamente bene i ruoli storici, anche se di fondo non svanisce la speranza di trovare una presenza affascinante e magnetica come quella di Tim Curry.
Ma oltre le icone, quello che viene presentato è uno spettacolo godibile, giocoso. Preparatevi ad alzarvi dalle poltrone perché il Time Warp, non perdona.