Per la sezione Sette Giorni in Tibet del Ravenna Festival si è esibito Stefan Micus, un personaggio schivo, fuori da ogni schema musicale, che da oltre trent'anni porta avanti un ben definito programma artistico di musica acustica di stampo meditativo, legata ad antiche sonorità ma senza un tempo e un luogo di origine definito. Attraverso l’uso della sua voce e di una miriade di strumenti tra i più disparati, provenienti da culture tradizionali di tutto il mondo, Micus è riuscito a creare un suo stile musicale personalissimo e unico, all’apparenza semplice ma dai tratti molto profondi, fatto di sensazioni sottili e incentrato su melodie e ritmi che portano alla quiete interiore. La sua non è musica etnica, in quanto i vari strumenti sono spesso modificati rispetto agli originali e sono suonati in maniera differente dalla tradizione da cui sono tratti. Ne scaturisce un suono che è sintesi tra oriente e occidente, tra sud e nord del mondo, spesso ispirato a fonti musicali sacre, come i canti dei monaci ortodossi del Monte Athos e la musica orientale, e per questo la sua figura si è inserita alla perfezione nell’omaggio che il Ravenna Festival ha dedicato alla cultura tibetana.
Vestito di bianco, un tappeto altrettanto bianco con pochi strumenti sparsi, alcune basi sonore preregistrate: questi sono i semplici elementi da cui è partito per offrire al pubblico un viaggio sonoro e onirico in cui perdersi dolcemente, musica da ascoltare ad occhi chiusi per meglio farsi trasportare in un spazio interiore dove tutte le tensioni possono essere dimenticate. Per questo anche la scenografia offerta dal meraviglioso interno della basilica di S.Vitale è stato un elemento integrativo del concerto.
Micus ha offerto un ricco repertorio tratto dai suoi recenti lavori per la ECM, utilizzando alcuni flauti giapponesi di bambù, lo zither bavarese, il duduk armeno, lo sho, antico strumento a fiato giapponese e soprattutto la sua voce, profonda e dolcissima, avvolgente e suggestiva, senza alcun uso di effetti elettronici o filtri, solo alcune basi preregistrate, creando così piccoli quadri sonori semplici e incisivi, fatti per entrare in risonanza con l’energia primordiale della terra, a cui fa riferimento la sua musica così radicata in tradizioni antichissime eppure così al di fuori di ogni riferimento temporospaziale.
Musical e varietà
SETTE GIORNI IN TIBET STEPHAN MICUS
Per la sezione Sette Giorn…
Visto il
08-07-2012
al
Basilica di San Vitale
di Ravenna
(RA)