Prosa
SMITH&WESSON

Tornare alla vita attraverso i sogni altrui

Tornare alla vita attraverso i sogni altrui

Tom Smith e Jerry Wesson sono una coppia di stralunati individui che vivono in una fatiscente baracca nei pressi delle cascate del Niagara. Wesson, che è nato lì, ha ereditato dal padre la professione di pescatore di morti, ovvero recupera i corpi di coloro che scelgono di farla finita in uno dei posti con la più alta percentuale di suicidi al mondo. Il cruccio che lo attanaglia è che il padre riusciva a recuperare le persone ancora vive, mentre al giovane Wesson questo non è ancora riuscito. Smith invece è un inventore genialoide, che ha brevettato un metodo statistico per le previsioni del tempo basato sullo storico meteorologico degli ultimi 70 anni. I preziosi dati vengono da lui raccolti facendo ricordare ad ogni persona che incontra eventi per loro significativi e le relative condizioni meteorologiche. Ricercato per truffa in vari stati, scopriremo solo in un secondo tempo che anche lui era venuto lì per suicidarsi, ma l’incontro con Wesson deve avergli fatto cambiare idea.
Il loro indolente isolamento viene interrotto dall’arrivo di Rachel, giornalista ventitreenne, costretta a trovare una notizia sensazionale da pubblicare per evitare il licenziamento. Siccome la notizia non c’è decide di crearla lei: si getterà dalle cascate, ma grazie all’inventiva di Wesson ed alla perfetta conoscenza delle correnti di Smith ne uscirà viva per poi raccontare l’esperienza.

Questo evento e le sue conseguenze sradicheranno definitivamente i due dalla realtà ovattata nella quale si erano calati, costringendoli a riprendere in mano le rispettive vite ed a tornare a confrontarsi con il mondo, ereditando sogni altrui dai quali far germogliare i loro.

Secondo Baricco il riscatto passa attraverso la sconfitta della paura, che sia la paura di non essere all’altezza dei propri genitori o quella di infilarsi in una botte buia con una riserva d’aria limitata e gettarsi dalle cascate. E se non saremo noi a godere i frutti delle nostre azioni, queste potranno servire da stimolo per altri.
Un testo toccante in cui il dramma dell’esistenza e l’ironia della battuta vivono in un sapiente equilibrio fino all’epilogo, in cui subentra una scrittura più letteraria che drammaturgica che ne ridimensiona la teatralità.
Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi, autori di due interpretazioni magistrali, incarnano alla perfezione

Smith e Wesson: tagliente e mercuriale il primo, flemmatico e spigoloso il secondo, ma ambedue intrisi di profonda umanità.
Camilla Nigro è una Rachel energica e volitiva ma il confronto con i due protagonisti ne fa risaltare la giovane età e la necessità di arricchire di ulteriori colori la sua tavolozza espressiva.
Intensa e magnetica la Signora Higgins di Mariella Fabbris, deus ex machina della vicenda, di cui si parla fin dall’inizio ma che appare solo alla fine per un monologo che da il senso della vicenda.

Dinamica ed efficace la regia di Gabriele Vacis che si avvale della semplice scenografia di Roberto Tarasco: un fondale in plastica che rappresenta il muro d’acqua delle cascate e che può assumere anche i colori del cielo all’alba e al tramonto; un cubo metallico che può trasformarsi in casa, botte oppure oggetto onirico.
 

Visto il 14-01-2017
al Sociale di Brescia (BS)