Otto artisti; otto ingegni fra: scrittori e drammaturghi per raccontare Napoli. Torneo d’intenti e sensibilità per rendere con parole antiche e,- per questo tanto più nuove,- la "napoletanità" oggi. Servillo restituisce digintà e e calore ad un mondo perso nel caos e profondamente destabilizzato . Semplicità e senso estetico del cantore ricreano, per una platea affascinata, le scene di una Napoli diversa dai soliti cliché. Acquarello colorato e vitale capace di donare al pubblico del Piccolo emozioni autentiche.
Napoli oggi.
Servillo offre un viaggio irripetibile attraverso presente e passato. Percorso catartico, capace di restituire- attraverso una interpretazione vibrante e suggestiva, di un maestro della recitazione, l’identità ad una città troppo spesso banalizzata: ridotta a macchietta da avanspettacolo, o ripresa in mille servizi giornalistici quale simbolo di decadenza.. Percorso che parte dal cielo per giungere al purgatorio, sino alla terra
Da “Lassammo fa Dio” di Salvatore di Giacomo, a” Vincenzo De Pretore” di Eduardo De Filippo, poema in chiave drammaturgica. Alla tenera poetica della “Madonna dei mandarini” .
Napoli e l’evoluzione della lingua:
Con”A’ Sciaveca” di Mimmo Borrelli e “litoranea” di Enzo Moscato la lingua si evolve da una pittoresca sfilata di imprecazioni ad una passerella frenetica di sensazioni e volti, ecco apparire una Napoli futurista; babele di parole in lotta per emergere l’una sull’altra. Voci e suoni resi ancora più vivi dalle infinite tonalità e sfumature della voce di Servillo: ammaliante pifferaio, capace di incantare e ammantare di fascino la platea suscitandone al momento sorriso e commozione. Applausi scroscianti alla Livella “cavallo di battaglia” di ogni artista e finalmente interpretata in chiave giusta , senza inutili guittonerie… come Dio comanda. La scena spoglia ed essenziiale si veste delle sfumature di colori e voci di una Napoli ormai dispersa nel passato.