Autore di una delle più coraggiose ricerche nel campo della danza, Virgilio Sieni, danzatore e coreografo ha presentato la sua ultima creazione, “Tristi tropici”. Come dichiarato dal titolo stesso, “Tristi tropici” prende spunto dall’omonimo testo del celebre antropologo Lévi-Strauss. Se il libro è essenzialmente un'autobiografia intellettuale in forma di diario di viaggio nel quale Strauss annota le sue impressioni e considerazioni sul mondo, il lavoro di Virgilio Sieni è concentrato sulla percezione della diversità. Il viaggio di Sieni è interiore, profondo ed antico ancora prima che fisico; è un viaggio che rincorre la convinzione di un filo conduttore, che crea un legame di parentela nella qualità dei gesti dei popoli, trascendendo la lontananza e pensando evidentemente ad archetipi. E così decorazioni corporali e facciali di carattere ancestrale, rapporti di parentela tra gerarchie cosmiche e miti sono sfociati, in questa coreografia, in un’esperienza dell'inerzia, in un processo di disintegrazione dell'uomo e di costruzione di un insolito vocabolario tersicoreo, rivolto all'incontro delle bellezze di ogni provenienza ed ispirazione. Levi-Strauss ci parlava di se stesso attraverso i racconti sui gruppi dei Tupi-kawahib, Nambikwara, Caduvei, Bororo, popoli già alla deriva ma ancora vivi. Virgilio, attraverso la sua rappresentazione di queste genti, ci parla di noi stessi, del nostro smarrimento, della nostra piccolezza e, al contempo, della nostra importanza, se riusciamo ad essere osservatori attenti e rispettosi. Il vocabolario che Virgilio inventa ed usa avvince per la sua precisione e delicatezza, che fanno pensare alla devozione per qualcosa che a tutta l’umanità sottende e che tutte le genie umane traina. Ma il viaggio di Sieni non sarebbe stato possibile nella sua completezza senza la sinergica integrazione del lavoro di Francesco Giomi e di Marco Santambrogio. Il compositore Francesco Giomi, attento ed originale creatore dei paesaggi sonori, ha dato allo spettacolo una delicata “voce” , che ha costituito la scena oltre che la colonna sonora di “Tristi tropici” . Marco Santambrogio, creatore di scene luminose, ha riempito questa nuda scena con luci che disegnano un spazio indefinito di figure opache nella nebbia, azzurro e verde, creando da sole una scenografia onirica, da alba dell’uomo, di impatto visivo ed emotivo fortissimi.
Dopo la magia di “La natura delle cose” (2008) e “Oro” (2009), tratti dal De rerum natura di Lucrezio, il genio di Virgilio Sieni si conferma, con questo quintetto al femminile, capace di mantenere inalterato per un’un ora di spettacolo il pathos di un racconto rigoroso e tesissimo, in cui la danza scompone le armonie del corpo in un inno all’innocenza, alla nostalgia e alla bellezza.
La sua altissima qualità di creatore di spettacoli coreutici a tutto tondo è riconfermata: tra il pubblico è stato un trionfo.
Danza
TRISTI TROPICI
Autore di una delle pi&ugr…
Visto il
05-12-2010
al
Cavallerizza
di Reggio Emilia
(RE)