Il Balletto dell’Esperia gioca questo trittico su un triplice binario: tre titoli entrati nella letteratura coreo-musicale moderna, tre compositori (Saint-Saëns, Debussy e Hindemith), tre innovatori della danza di ascendenza classica del Novecento (il pionieristico Mikhail Fokine, il radicale Vaslav Nijinsky e il riformatore George Balanchine).
Per questo progetto tre grandi coreografi contemporanei, Thierry Malandain, Eugenio Scigliano e Paolo Mohovich, si confrontano rispettivamente con “La morte del Cigno”, “L’Après-midi d’un Faune” ed “I quattro temperamenti”. La produzione del Balletto dell’Esperia rivisita queste tre grandi opere edesalta contemporaneamente la distinzione tra danza maschile e danza femminile, sottolineandone le particolarità e le caratteristiche.
“La morte del cigno” di Fokine viene ripresa da Malandain , direttore del Malandain Ballet Biarritz, che varia la partitura originale con una struttura per tre danzatrici. Il tema è sempre il trapasso, ma il lirismo e la malinconica del primo Novecento è più ponderoso in questa splendida rivisitazione, ed evoca la potenza e la grazia di un uccello, nei secoli protagonista di molti simboli. Questo è un momento di danza pura in cui il corpo tende a terra, selvatico più che elegiaco, i gesti delle interpreti si intessono con citazioni esplicite: braccia che sono alari, arabesque che rimandano all’icona del cigno.
Ne “L’Après-midi d’un Faune” Eugenio Scigliano, pur attenendosi al balletto di Nijinsky, cala l’implicita carica erotica dell’originale in un’atmosfera onirica. Qui un giovane prende coscienza della propria sessualità attraverso il simbolico incontro con il Fauno, figura mitica, la cui ambivalenza umano-ferina consente di esplorare la fisicità maschile, dandole una dinamica atletica e sensuale, vigorosa ma languida. Scagliano, in questa creazione esclusiva per la compagnia, prende spunto dal poema di Stéphane Mallarmé per fare una riflessione sulla natura dell’essere umano e crea una coreografia in armoniosa contrapposizione con la musica di Debussy.
Infine Mohovich, con “I quattro temperamenti”, omaggia Balanchine con l’uso delle punte e di alcune pose del grande maestro, per narrare ed esplorare, in modo più viscerale e meno astratto, l’essenza dei quattro umori della filosofia medievale: il malinconico, il sanguigno, il flemmatico ed il collerico. Tensioni, contrasti, morbidezze, languori creano la danza ma le linee si mantengono limpide e l’attenzione si concentra sulla bellezza rasserenatrice del movimento, qua e là colorato da accenti più ispidi e aguzzi, ma con il perfetto equilibrio di forme e suoni, eredità della tradizione. Il nuovo autore pensa alla lezione balanchiniana nella dialettica serrata con la cangiante partitura di Hindemith e, con movimenti coreografici di estrema purezza e musicalità, inventa una danza concertante, declinata al femminile, elegante e raffinata, e al maschile, sinuosa e quasi animalesca.
Il Balletto dell’Esperia, fondato e diretto da Paolo Mohovich nel 1999, rinnova e conferma la sua alta vocazione di contemporanea danza classica .
Danza
TRITTICO '900
Il Balletto dell’Esp…
Visto il
25-02-2012
al
Giuseppe Borgatti
di Cento
(FE)