Pirandello definiva Il berretto a sonagli “una commedia nata e non scritta”: in altri termini viva, non costruita, a sottolineare il contrasto tra il sotterraneo fluire dei sentimenti e la rigidità delle forme che li imprigionano, tra verità e finzione. Contrasto che trova nello scrivano Ciampa, personaggio in apparenza grottesco ma in realtà straziante, una delle espressioni più moderne di tutta la galleria degli “eroi” pirandelliani.
Una commedia nata e non scritta, così Pirandello definì il suo Berretto a sonagli.
Sebastiano Lo Monaco ha costruito una regia viva e non scritta. Tutti gli attori in questo spettacolo hanno cercato di essere personaggi vivi e veri, più di noi che respiriamo, alternando pianto e riso durante tutto lo svolgimento del dramma. Mi preme però dire la ragione per la quale mi sono appassionato a questo progetto. Il personaggio di Ciampa, apparentemente grottesco, è in realtà straziante, ma soprattutto è il più moderno degli eroi pirandelliani. Il Berretto è la storia di un uomo giovane, poco più di quarant’anni, che, tradito dalla moglie, accetta la condanna e la pena di spartire l’amore della propria donna con un altro uomo pur di non perderla. Per tradizione questo personaggio è stato affrontato da attori alla fine della propria carriera, ad ogni modo avanti con gli anni. Questo travisava la forza drammatica di Ciampa, così eroico e pieno di umanità, una umanità silenziosa e astuta che gli dà la forza di difendere la sua infelicità coniugale contro la società ridicola di quel tempo. Un personaggio insomma apparentemente piccolo ma infinitamente grande.