Un’inaugurazione in grande per la 197 ª stagione lirica del teatro Sociale di Rovigo con Maria Stuarda che vede protagonista Mariella Devia che, nell’ottobre scorso, aveva ricevuto proprio a Rovigo il premio alla carriera.
Maria Stuarda è un capolavoro assoluto nella sterminata produzione donizettiana, opera, dopo un secolo di buio, tornata in repertorio sicuramente per almeno due ragioni: l’audacia innovativa della scena del confronto fra le due regine e la grande introspezione psicologica fornita da Donizetti al ruolo di Maria, che canta il suo approssimarsi alla morte per quasi tutto il secondo atto, mentre il ruolo di Elisabetta ha un’immagine più stereotipata. Grande merito del successo moderno dell’opera deriva anche dal taglio del libretto, alla cui stesura, dagli ultimi studi, risulta preponderante la mano del compositore più che quella del librettista, il diciassettenne Giuseppe Bardari. Donizetti adatta il dramma di Schiller sbilanciando i ruoli delle due regine a favore di Maria e creando così un ruolo complesso e molto elaborato psicologicamente. L’opera, già censurata a Napoli, vedrà la luce il 30 dicembre 1835 al Teatro alla Scala di Milano, dove la prima donna sarà la grande Malibran.
La Maria Stuarda di Rovigo è una coproduzione con il Teatro Donizetti di Bergamo, in un nuovo allestimento con la regia di Federico Bertolani, che sapientemente ha dato un taglio essenziale ma di gusto, lasciando quegli elementi propri del libretto che permettono di collocare la vicenda nel suo momento storico.
Una scenografia moderna ma assai funzionale, opera di Giulio Magnetto, ha occupato il palco durante i suoi tre atti: un cubo bianco/nero era la prigione dentro la quale Maria era rinchiusa. Sopra di esso si trovava il trono/ghigliottina di Elisabetta. Belli i costumi di Manuel Pedretti, tutti giocati sul bianco e nero; quello di Elisabetta poi, aumentava per numero di accessori e per grandezza ogni volta che essa accresceva il suo potere (eliminata Maria infatti la regina sovrastava la scena sia per l’imponenza del costume sia per la posizione sopraelevata). Molto evocative le luci di Claudio Schmid.
Una magnifica Mariella Devia ha rivestito i panni della regina di Scozia; ha incantato con una voce senza alcun freno, limpida, sicura della propria tecnica e padronanza timbrica oltre che di una presenza scenica con pochi paragoni al mondo. La Devia è la Maria Stuarda del XXI secolo! Testimone per eccellenza di un impegno, di una dedizione, di una serietà e di una professionalità quasi unici nel mondo lirico. Impeccabile nei duetti con Leicester prima e con Talbot poi, è giunta alla grande scena finale senza incrinature e cedimenti nell’intonazione. Nell’aria di commiato Ah! se un giorno da queste ritorte, la Devia ha dato un’esecuzione straordinaria del brano, concluso da un ottimo sovracuto. Ovazioni e applausi non sono mancati anche a scena aperta a colei che potremmo definirla, con un facile paragone, la vera regina della serata.
Josè Maria Lo Monaco in Elisabetta ha voce di bel colore e discreta ampiezza ed ha resistito al duro confronto con la Stuarda/Devia, pur in presenza di alcune durezze, unitamente ad un registro acuto abbastanza forzato; la sua Elisabetta si è comunque imposta per un atteggiamento scenico sicuro e disinvolto. Il tenore Dario Schmunck in Leicester ha dato una prova più che sufficiente, riuscendo anche nelle parti più ardue a convincere per l’equilibrio e la buona tecnica. Il Talbot di Mirco Palazzi è stato decisamente convincente: bella voce con bel timbro di bella rotondità e perfettamente proiettata, capace di mezzevoci suggestive e bella presenza scenica. Ricordiamo poi per la buona interpretazione anche Diana Mian in Anna e Marzio Giossi in Cecil.
Il Coro del Bergamo Musica Festival, preparato da Fabio Tartari, ha dato una prova più che sufficiente, coinvolgente, scenicamente efficace e coordinato, umanamente capace di trascinare l’emozione drammaturgica, fino al suggestivo e commovente coro finale Vedeste? Vedemmo. Il maestro Sebastiano Rolli, alla guida dell’Orchestra del Bergamo Musica Festival, ha diretto con garbo e perfezione.
Teatro Sociale gremito, pubblico euforico ed entusiasta per il bello spettacolo e per la presenza di Mariella Devia.